COORPI COMPIE 18 ANNI - AUGURI!TRIBUTO N. 2 - I ricordi di Paola Fatima Casetta, Presidente dell’Associazione Culturale Gruppo Danbalà.

DanceBook – Parole in Movimento

contesto: DanceBook – Circolo dei Lettori – 8 giugno 2007
A come Avanguardia, B come Barocco, C come contemporaneo…
Se le parole possono diventare musica, nulla vieta alle lettere dell’alfabeto di essere danzate.


Per DanceBook si partiva dall’alfabeto ed io avevo una lettera che in questo momento non ricordo (ndr. R come Ritmi sacri), ma ricordo bene che la mia performance si basava sul libro di Chatwin “il Viceré di Ouidah” e si alternavano passi del libro recitati da Donata Testa e la mia Danza rituale sulle percussioni dal vivo di Piergianni Gillio e Pietro Ponzone.
E’ stata un’esperienza davvero particolare, soprattutto per due motivi, che la data dalla performance, 8 giugno, corrisponde all’anniversario della perdita della mia adorata Mamma e l’altro perché mi ha dato l’opportunità di lavorare a partire da un testo che, pur essendo un romanzo, rende bene quella che è stata, e in parte lo è ancora, l’atmosfera che si respira in Benin e in particolar modo nella città di Ouidah considerata la “culla” della filosofia di vita che è il Vodun, base importante delle religioni sincretiche del Sud America
E’ stato un bel momento di ricerca e ricordo ancora benissimo anche l’energia che si era venuta a creare nello spazio della bella sala del Circolo dei Lettori.

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DANZARE ALL’APERTO

contesto: Parco del Nobile, Parco Michelotti, Parco della Mandria


Il poter insegnare all’aperto su di un prato (sempre ovviamente in buone condizioni di tempo) è sempre una bella esperienza perché sei davvero in contatto con la Natura e ancora di più lo sei nel caso delle performance. Addirittura nel 2010, non solo eravamo immersi nel verde del Parco Michelotti, ma io ho avuto l’opportunità di danzare con l’elemento prezioso dell’acqua.


La mia Danza si appoggia soprattutto sull’essenzialità dell’essere immersi nell’Universo di cui facciamo parte integrante e il danzare è uno dei modi di poter comunicare con tutto ciò che ci circonda, ivi compresa la Natura e quindi ricordo con immenso piacere questi momenti, sia quello del Parco del Nobile che conserva un aspetto davvero “selvaggio”, che quello del Parco Michelotti dove ho potuto danzare immergendomi nelle acque di un piccolo laghetto molto suggestivo e questo si è poi ripetuto al Parco della Mandria dove ho danzato all’interno della fontana che sorge davanti all’ex Palazzina di caccia del castello.

In tutti questi casi per me è stato un privilegio poter onorare le forze della Natura attraverso la Danza, proprio come avviene in Africa dove in alcuni paesi il senso di appartenenza all’Universo è un sentimento ancora fortissimo al quale mi sento di aderire tutti i giorni attraverso la meravigliosa Arte che è la Danza e la missione dell’Insegnamento che per me rappresentano tutta la mia vita.

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